Le elezioni del 25 maggio: un appuntamento con la Storia

mag 6, 2014 Categorie: Territorio ,Sul territorio
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Intervento di Sandra Zampa alla Direzione Nazionale del Partito Democratico del 5 maggio 2014

Esattamente 60 anni fa – nel 1954 – moriva Alcide De Gasperi, pochi giorni prima che il suo trattato che istituiva la Comunità Europea di Difesa si arenasse. 30 anni fa, nel 1984 un altro italiano – Altiero Spinelli – riusciva a fare votare quel progetto di integrazione europea che ancora una volta venne interrotto.

L’Italia che si prepara a questo appuntamento con le urne è il Paese che poche ore dopo assumerà la presidenza del semestre europeo. E’ davanti a noi un’opportunità straordinaria: di riprendere il lascito dei due grandi padri e di coloro che hanno lavorato perchè l’Italia non restasse fuori dall’Euro e con quell’operazione riuscirono a  suscitare negli italiani l’orgoglio di essere cittadini di questo Paese. E’ stato un grande momento della nostra storia.

Richiamo questi passaggi per ricordare prima di tutto a noi stessi che abbiamo l’onore di chiamarci Denmocratici e che ci riconosciamo negli ideali e nelle battaglie dei padri dell’Europa la responsabilità che portiamo: quella di fare in modo che l’Italia assuma di nuovo quel ruolo di Paese federatore e che ricominci a lavorare per portare a compimento quel progetto politico di integrazione che non si è compiuto e dal quale dipendono largamente gli errori e le delusioni che stiamo vivendo e che abbiamo vissuto in questi anni recenti.

L’Italia può e deve fare rinascere quello che De Gasperi chiamava “il mito dell’Europa” ma deve fare rinascere nei cittadini italiani e nei giovani sopprattutto la passione dell’Europa. Quella passione che è indispensabile per portare a compimento quel progetto.

Per fare questo occorre una narrazione dell’Europa, non difensiva ma che vada all’attacco. Dobbiamo speigare ai nostri giovani che amano viaggiare che senza l’Euro ci sarebbero per loro un’infinità di difficoltà nel muoversi in Europa. Altro che Erasmus, ci sarebbero le code all’ufficio dei cambi, non esisterebbero i low cost.

Dobbiamo sapere spiegare ai nostri cittadini e indicare loro le responsabilità politiche delle delusioni e delle scelte sbagliate che sono state compiute inq uesti anni. Queste stanno in capo non a chi ha lavorato per costruire l’Europa ma a chi ha lavorato epr impedire la costruzione dell’Europa, per farla saltare o comunque per rallentarla.

Dobbiamo fare capire e valorizzare gli enormi progressi che comunque questa Europa ci consegna. Quindi non possiamo soltanto parlare dell’Europa che non ha funzionato ma dobbiamo sapere ricominciare a parlare dell’Europa che vogliamo. Di quel mito che hanno sognato prima di noi i nostri padri e che ci ha comunque consegnato 40 anni di pace e di convivenza pacifica che ci ha dato la possibilità di essere grandi.

Dobbiamo riprendere nelle mani la storia migliore dell’Italia e riproporla con la stessa passione e con lo stesso entuisiasmo restituendo questo mito alla sua possibilità di essere ancora.

Io confido che i nostri candidati sappiano parlare di questi momenti grandissimi che abbiamo vissutoe di cui il nostro Paese è stato protagonista in prima persona. E ricominciare da lì a trasmettere quell’entusiasmo che è necessario eprchè qyuel 25 di maggio sia per il PD anche il riconoscimento della sua migliore tradizione.

Tutti stanno lavorando contro di noi, perchè davvero c’è in gioco il futuro di un continente e il futuro della nostra Italia dentro quel continente.

Stamattina ho risposto ad una persona che mi chiedeva le ragioni per andare a votare. L’euroscetticismo è il protagonista di questa campagna e il vero rischio è l’astensione. Le ragioni sono tantissime, dal mare nostrum al futuro dei nostri nipoti e dei nostri figli, al benesseere ed alla ripresa dello sviluppo, alla fine della costruzione del disegno storico dell’Europa.

E’ una grande pagina di storia quella che si scriverà. Dobbiamo essere all’altezza di questa narrazione e dobbiamo saperla trasmettere nella sua bellezza a chi sta attorno a noi reagendo all’euroscetticismo ed alla mancanza di speranza che ci circonda.

 

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